trama
Una giovane vedova Lugrezia, suscita le invidie e le maldicenze di altre donne nella realtà sociale della Venezia del settecento. Boldo è un borghese, di professione orefice, allevato alla scuola dei "rusteghi", un po' troppo svelto di mano con la moglie, ma non privo di bonarietà; nel lotto vede la possibilità di risollevare le proprie sorti e dar nuovo impulso al suo mestiere che attraversa un periodo di stanca. La moglie Giulia, effervescente e ancora "in gringola", sarebbe pronta, a parole, a pregustare una vedovanza tranquilla, purché allietata dai tanto bramati "bezzi", ma proprio non tollera di esser presa in giro dal marito. Todero è un merciaio, il classico giocatore incallito e sfortunato, si trascina, vittima del suo vizio, tra lati e bassi sui tavoli del Ridotto ed è costantemente in bolletta. La situazione precipita e si fa incandescente, alimentata ancor più dal sospetto, dalle maldicenze e dalla gelosia. Le mogli decidono, a questo punto, di affrontare la presunta rivale in un duello dai sorprendenti risvolti ed effetti pirotecnici, ma nel pacioso mondo goldoniano non scorre mai sangue, il vero trionfa, la verità viene sempre a galla e, dopo uno scoppiettante gioco di sottili equivoci e malintesi, si ristabiliscono i naturali rapporti: le donne "di garbo" riconquistano il loro onore infangato e i "bezzi", quando son frutto di oneste transazioni economiche, fanno scordare i lividi e le busse e sono, in questa povera umanità con le sue passioni e le sue lacrime, pur sempre benedetti e accettati come un segno di celeste benevolenza. Ma Lugrezia saprà tenere a bada le rivali?
Note di regia
Questa, Lettor carissimo, che or ti presento, è una Commedia veneziana, venezianissima, che forse felicemente non sarà intesa da chi del costume nostro e della nostra lingua non sia informato. Questa dunque è una Commedia, che per piacere a quei tali che la lingua ed il costume nostro non hanno in pratica, meriterebbe di essere intieramente tradotta; e se le frasi basse del popolo fossero ridotte, potrebbono recar diletto a chi quelle più di quest'altre ha in capo. Ma io ho volsuto per ora stamparla come fu da me fatta, per non dispiacere a quei tali che così la bramano, e dilettare alcuni altri che il linguaggio veneziano mediocremente intendendo, se ne compiacciono non ostante, ed oltremodo lo gustano; a questo proposito ho avuto qualche lettera orba, senza sottoscrizione, che mi rimproverava d'aver io in varie Commedie tradotto il Pantalone. L'occulto scrittore avrà in questa mia la risposta, e spero sarà ora contento, che della veneta lingua avrà in questa Commedia non solo, ma nelle altre che seguono, un'abbondante raccolta. Il mondo è diviso in due: chi vuole e chi non vuole. Alcuni altri dunque saranno forse per tal ragione scontenti. Io per soddisfare gli uni e gli altri, pensato aveva di ridurre a frase e costume veneziano questa ed altre Commedie, che dir si possono veneziane, stampandole in altro Tomo, che destinava far dopo il decimo, ma non sapendo se ciò possa essere dagli associati aggradito, aspetterò che i medesimi, o con lettere cieche, o con nomi palesi, mi dicano il parer loro, ed io li renderò soddisfatti. In Venezia questa Commedia fu applauditissima. Dove non sia ben intesa, non può avere la stessa sorte.
Così esordiva Carlo Goldoni nell'introduzione a questo suo brioso lavoro, summa della venezianità, in cui il commediografo si mostra preoccupato a fornire allo spettatore/lettore "foresto", poco avvezzo alle colorite espressioni vernacolari, tutti i possibili ragguagli sulle singolari consuetudini dei suoi amati concittadini. Fra queste, la morbosa passione per il gioco del lotto, da cui prende avvio l'azione della commedia. Infatti nella casa di Lugrezia, vedova non più giovane, ma ancora sanguigna e avvenente, che però all'irrefrenabile "morbin" di certe sue coetanee antepone uno spiccato senso per gli affari, si svolgono gli incontri di una sospetta assiduità con Boldo e Todero, il che preoccupa non poco le rispettive mogli. Noi speriamo di non aver tradito la sorte! Il tempo farà conoscere la verità.
Scheda tecnica
Produzione 2010
Gruppo teatrale Il Mosaico - Rovigo
Responsabile Emilio Zenato
Telefono 0425.200255 - 334.3286382
TITOLO DELL'ALLESTIMENTO
LE DONNE GELOSE
Autore: Carlo Goldoni
Siae: no - autore di pubblico dominio (non tutelato)
Atti: 2
Intervallo: 10 minuti
Durata: 1h e 30 minuti
Attori: 10 attori
Genere: commedia brillante italiano e dialetto
Età spettatori: tutte
Pieghevoli di sala: forniti da Il Mosaico
Locandine: 33x70 fornite da Il Mosaico
DIMENSIONI MINIME PALCOSCENICO
Larghezza: 6mt
Profondità: 6mt
Altezza: 3mt
Chiodi e/o viti di scena: si
Utilizzo pesi di ancoraggio scena: no
Scale accesso platea: no
Quadratura nera: no
Sipario: si
Sala Oscurabile: si
CARICO LUCI:
6kw - 380v-220v
Presa 380v: n.1 da 32A o 63A pentapolare (3F+N+T)380v
Presa 220v: n.1 da 16A
Americane: no
Piantane proiettori: nr. 2 in sala fronte palco
Posizione regia luci-audio: in palco
FOTO E PIEGHEVOLE DI SALA PER STAMPA
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